Oggi in tutta Italia si ricorda, con l’istituzione della Giornata della Legalità, la strage di Capaci, un evento che ha scosso un intero Paese. Una parola, “legalità” che potrebbe sembrare un po’ astratta, poco definita, quasi retorica. Eppure, soprattutto in una cittadina come Seregno, il peso di questa data e il messaggio che essa ci deve dare deve arrivarci forte e chiaro. Perché purtroppo è impossibile non ripensare a ciò che è successo il 26 settembre, ma anche alle infiltrazioni di ‘ndrangheta che sul nostro territorio sono ben radicate.
La legalità non deve essere un punto del programma: deve essere la base, il contesto in cui applicarlo. Il 26 settembre ormai lo conosciamo tutti, è una data che resterà nella memoria cittadina come una ferita, ma ci chiede anche un intervento, un moto d’orgoglio. In questi giorni si parlerà molto delle cose da fare per il bene della città, che sono tante e meritano di essere discusse, spiegate, pubblicizzate; ma non dimentichiamoci del terreno su cui costruirle.
Nella nostra città questo terreno si è dimostrato molte volte inquinato: non solo per la gestione spesso opaca della cosa pubblica, ma anche per la presenza del fenomeno mafioso, ben radicato in mezzo a noi. La parola “‘ndrangheta” sembra essere sparita dal dibattito pubblico di queste settimane, soppiantata da legittime proposte di miglioramento, ma anche da false emergenze: come abbiamo visto la lotta contro la criminalità organizzata e per una maggiore trasparenza non è un “di più” o un falso problema, è IL punto che va affrontato subito. La distanza e l’indifferenza con cui l’amministrazione precedente ha affrontato il tema legalità in questi anni sono state imbarazzanti, e hanno influito negativamente sulla consapevolezza dei cittadini riguardo a fenomeni come quello mafioso sul nostro territorio. Sembrava addirittura che fosse un cruccio personale evitare di frequentare certi locali, o riconoscere apertamente la gravità della situazione, del resto la nostra città è ricca, tutti stanno bene, perché farsi certi problemi? L’epilogo di questa scarsa attenzione nei confronti di questi aspetti cruciali lo conosciamo tutti.
Ma quindi quel terreno su cui costruire una Seregno diversa va dato ormai per spacciato? Se credessimo questo non ci saremmo ricandidati. Di buone risorse Seregno ne è piena, semplicemente bisogna metterle in campo, ascoltarle. Sono quelle provenienti dalle associazioni, i cittadini che ci hanno accompagnato nelle marce per la legalità, alle serate sulla criminalità organizzata. Ma soprattutto sono tutti coloro che hanno deciso di non restare più a guardare, perché adesso è il momento di fare rete e di prendere posizione. Per questo sosteniamo il Progetto Scelgo Seregno con Alberto Rossi, perché il nostro impegno è quello di rifertilizzare un suolo che rischia di diventare arido e sterile, quello della politica cittadina
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